Anniversario della morte di don Giussani e del riconoscimento pontificio della Fraternità
Sono trascorsi trentuno anni dal riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione e otto dalla morte del fondatore, il Servo di Dio mons. Luigi Giussani. La Fraternità di Cl di Forlì ha ricordato i due anniversari partecipando alla messa di ringraziamento per il pontificato di Benedetto XVI che il vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Lino Pizzi, ha presieduto venerdì 22 febbraio in Cattedrale.
“Siamo grati e riconoscenti al Vescovo - ha affermato l’avv. Valerio Girani responsabile diocesano della Fraternità, - per aver proposto, proprio nella festa della Cattedra di San Pietro, la celebrazione eucaristica in ringraziamento del Pontificato di Benedetto XVI. Rispondiamo all'invito del nostro Vescovo, sempre più stupefatti per il gesto imponente e imprevisto del Santo Padre, che abbiamo accolto come testimonianza di una pienezza di rapporto con Cristo tale da consentire a Benedetto XVI un incredibile atto di libertà per il bene della Chiesa”. All’inizio della messa, concelebrata da una ventina di sacerdoti, tra i quali il vicario generale della diocesi mons. Dino Zattini e l’assistente ecclesiastico della Fraternità don Enzo Zannoni l’avv. Girani ha letto l’intenzione della messa proposta dal presidente della Fraternità, don Julian Carron “Commossi per l’annuncio fatto dal Papa e ancora più consapevoli della nostra responsabilità, chiediamo la grazia, nell’Anno della Fede, di una conoscenza e affezione sempre più profonde a Cristo attraverso la sequela intelligente e appassionata del carisma di don Giussani nella vita della Chiesa, al servizio dei nostri fratelli uomini”.
Durante l’omelia, il Vescovo, commentando il brano del Vangelo con la domanda di Gesù a Pietro “voi chi dite che io sia?”, ha affermato: “Il Papa è fondamento perenne e principio visibile dell’unità della Chiesa e il suo servizio è una testimonianza alla verità. Siamo vicini a Benedetto XVI in questo momento e preghiamo intensamente per lui, per la Chiesa che esiste per il mondo e per il suo successore. Il Signore non mancherà di darci ancora un pastore secondo il suo cuore”.